Autorete attribuita a Zidane nonostante l’ultimo tocco, dopo l’errato rinvio del francese, fosse stato di Di Livio, appostato al palo su azione di calcio d’angolo per il Parma; cfr. Nella fase a eliminazione diretta della Champions League la Juventus eliminò nei quarti di finale i norvegesi del Rosenborg (1-1 a Trondheim con gol di Vieri, e 2-0 a Torino con gol di Zidane e Amoruso su rigore), mentre in semifinale si sbarazzò facilmente dell’Ajax con un 2-1 nei Paesi Bassi (gol di Amoruso e Vieri, tre giorni dopo il 6-1 di Milano) e un 4-1 a Torino (con gol di Lombardo, Vieri, Amoruso e Zidane). Nell’estate 1996 la Juventus si presentò ai nastri di partenza della stagione con una rosa profondamente rinnovata rispetto a quella che pochi mesi prima aveva vinto la Champions League. Da segnalare la realizzazione, nell’estate 1996, di una casacca blu con dettagli gialli, basata sulla seconda divisa vittoriosa nella stagione precedente in finale di Champions League, ma con le due grandi stelle sulle spalle sostituite da bande logate, replicate anche sui pantaloncini: l’utilizzo di questa speciale maglia, colloquialmente nota come «dei 4 Trofei», venne limitato a quattro amichevoli di blasone nel precampionato contro Ajax, Bayern Monaco, Middlesbrough e nel Trofeo Luigi Berlusconi contro il Milan.
Mio zio, maresciallo di cavalleria, leggeva tutto ed era sempre in ritardo di due giorni. Gara sospesa all’86’ per una festosa invasione di campo dei tifosi di entrambe le squadre: dopo circa 16 minuti d’interruzione, durante i quali molti giocatori erano rientrati negli spogliatoi considerando del tutto concluso l’incontro, il direttore di gara fece riprendere il gioco per disputare i pochi minuti conclusivi (quattro più uno di recupero), emettendo tuttavia il triplice fischio prima del 90′; cfr. Storicamente regione povera e sotto-attrezzata, gravemente danneggiata dai bombardamenti di Saint-Malo, Brest, Lorient, Saint-Nazaire, Nantes e Rennes durante l’ultima guerra, e terra di emigrazione dalla fine dell’Ottocento sino al 1970, la Bretagna ha conosciuto negli ultimi 40 anni del XX secolo uno sviluppo strutturale, economico ed industriale denominato «miracolo». Dopo un primo quarantennio in cui i giocatori pontini vestirono casacche monocrome azzurre e calzoncini neri, dagli anni 1980 si è affermato l’uso, per la prima divisa, del template palato.
Venne infine confermata la possibilità di una terza muta, come nel precedente biennio ancora su base nera con dettagli gialli, ma stavolta dal taglio ben più originale: il busto era infatti contraddistinto dalla silhouette stilizzata del muso di una zebra – simbolo dell’araldica juventina -, mentre similmente le maniche riportavano dei graffi «zebrati» nella stessa tinta; singolare inoltre l’apposizione in diagonale del jersey sponsor, in modo da sposare l’andamento stilistico del template. Lo sponsor tecnico per la stagione 1996-1997 fu Kappa, mentre lo sponsor ufficiale fu Sony. Sony e quello del prodotto MiniDisc; quest’ultimo sfoggiato soprattutto nella seconda parte della stagione. Qualche novità in più venne invece riservata alla seconda divisa blu: pur proseguendo nel cosiddetto filone «stellato» in essere dal 1994, stavolta l’uniforme vedeva le «stellone» colorate anch’esse di blu e solamente bordate di bianco, e riportate sia sulle spalle sia sui pantaloncini; lungo braccia e gambe, interrompendosi all’altezza delle succitate stelle, correvano inoltre delle bande gialle. L’unico cambiamento di rilievo avvenne il 26 novembre 1996, in occasione della vittoriosa sfida di Coppa Intercontinentale contro gli argentini del River Plate, quando la Juventus scese in campo a Tokyo con una speciale casacca bianconera priva del main sponsor (come da consuetudine della manifestazione), nonché personalizzata con l’iscrizione «European/South American Cup 1996» lungo la manica sinistra.
Il 26 novembre 1996 arrivò uno dei momenti più importanti della stagione: la Juventus vinse infatti la Coppa Intercontinentale per la seconda volta nella sua storia, superando gli argentini del River Plate a Tokyo per 1-0 con gol di Del Piero all’81’: la squadra bianconera si laureò quindi campione del mondo e Del Piero (che un mese dopo arriverà quarto nella classifica del Pallone d’oro) fu eletto miglior giocatore della partita. La Juventus si presentò alla finale del 28 maggio 1997 a Monaco di Baviera col ruolo di favorita, ma venne sconfitta dal Borussia Dortmund, nelle cui file giocavano cinque ex bianconeri, con un secco 1-3; fu inutile per i campioni uscenti il pur apprezzabile gol di tacco di Del Piero. 3-1 (con una doppietta di Del Piero e un gol di Vieri) e incamerò la Supercoppa: il 9-2 complessivo è tuttora lo scarto più ampio mai registrato nelle finali delle competizioni UEFA. In pieno inverno, tra gennaio e febbraio, i bianconeri campioni del mondo e d’Europa vinsero anche la Supercoppa UEFA per la seconda volta nella loro storia. Gara anticipata al venerdì in vista dell’impegno della Juventus nella finale di UEFA Champions League; cfr. Trasferitosi al Chelsea nella stessa sessione di calciomercato, cfr.
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