Tra il 1988-1989 e il 1993-1994 la Pistoiese – che nel frattempo, l’11 gennaio 1990, perde l’aggettivo «Nuova», diventando Associazione Calcio Pistoiese – sotto la guida dell’allenatore Gian Piero Ventura si rese protagonista della risalita dal Campionato Interregionale fino alla Serie C1, per poi raggiungere la Serie B l’anno seguente, dopo la finale play-off giocata a Bologna contro la Fiorenzuola vinta ai rigori, con Roberto Clagluna in panchina. Sono due anni di inferno, segnati addirittura da un derby cittadino con la Bacigalupo del quartiere Matteotti, cosicché bisogna aspettare il 1954-55 per riassaporare la IV Serie e far tornare un po’ di entusiasmo intorno ai rossoverdi. Il report dimostra anche che, negli ultimi 10 anni, i primi 12 club hanno quasi raddoppiato i ricavi commerciali e di sponsorizzazione, con un aumentando complessivo di 1,6 miliardi di euro e una quota che passa dal 22% al 39%. In confronto, le altre squadre di massima divisione (ad alto, medio e basso fatturato) sono riuscite ad aggiungere complessivamente meno di 1 miliardo di euro.
Lo sport, quello vero, perde uno dei suoi primi sostenitori: valori, sentimenti ed emozioni con Alfiero venivano prima di qualunque altra parola. Il calcio a Terni nasce nei primi anni del XX secolo, quando un gruppo di giovani studenti si riunisce settimanalmente, per sfidare alcune compagini dell’hinterland umbro. La passione è tanta, nascono due diverse società: l’Unione Calcistica Ternana nel 1918 e il Terni Football Club nel 1920, che per la prima volta adotta le maglie a strisce rosse e verdi. Con il Thyrus sul petto, la squadra ricomincia dalla Prima Divisione, col nome di Terni Foot Ball Club e soprattutto col ritorno alle magliette rossoverdi; si mettono a segno «colpi di mercato», e sembra l’inizio di una stagione sfolgorante, invece a metà del suo svolgimento il consiglio direttivo si dimette. La fiducia sembra tornare, la campagna acquisti è di tutto rispetto, arrivano a Terni nomi del calibro di Paolo Di Canio, Vincenzo D’Amico e Domenico Di Carlo, ma alla penultima di campionato la sconfitta a Pesaro contro la Vis relega i rossoverdi al terzo posto. Nella stagione 1984-1985 vinse la Coppa Italia, la prima della sua storia, sconfiggendo il Milan in doppia finale (0-1 a Milano con rete di Souness, e 2-1 a Genova con reti di Mancini e Vialli), mentre si piazzò al quarto posto in campionato.
Four four Two ha stilato una classifica, scegliendone 19. Una sorpresa al primo posto. Lasciata Torino, nell’estate del 1986 viene inizialmente acquistato dal Pisa del presidente Romeo Anconetani: in un primo momento i nerazzurri sono infatti ripescati a causa della retrocessione a tavolino dell’Udinese, ma a pochi giorni dall’inizio del campionato il verdetto viene ribaltato. Per cinque anni si giocano partite amichevoli e tornei locali fino al 1925, quando il Terni FC gioca il primo torneo ufficiale, la Terza Divisione regionale, che i rossoverdi vincono e, insieme alla Tiferno di Città di Castello, vengono promossi in Seconda Divisione. Questa divisa venne utilizzata fino all’amichevole del 24 gennaio 1996 a Terni con il Galles. Intanto la squadra, per celebrare l’istituzione della provincia di Terni, inizia a giocare con una divisa gialla e azzurra, i due colori raffigurati nello stemma e nel gonfalone provinciale. Per tutta la settimana, lo Spazio Maiocchi (Via Achille Maiocchi 7) ospiterà una mostra sui 40 anni di innovazioni della maglia Nike Football – una celebrazione del prodotto universalmente più amato del calcio: la divisa. In seguito si susseguirono varie stagioni tra la Serie C2 e la Serie D: nel 1992 la società sprofonda nei dilettanti, seconda maglia juve 2026 categoria che contrassegnerà il sodalizio latinense per tutti gli anni novanta.
L’anno dopo si rischia di precipitare nei dilettanti, e solo con una vittoria sul Martina il rischio è evitato. Nel 1964 arriva così la promozione in Serie C, grazie alla vittoria all’ultima giornata contro la Jesina: tecnico di quell’impresa è Riccardo Carapellese. Ternana, viene ripescata in Serie B dopo aver ben figurato nella stagione 1945-46. Nel 1946-47 la squadra manca la Serie A di un soffio, preceduta in classifica solo dalla Salernitana di Gipo Viani, mentre l’anno successivo si vede retrocedere in Serie C in seguito alla riduzione dei quadri per il torneo cadetto. Quando sembra che non sia possibile l’iscrizione al torneo successivo, arriva a Terni un imprenditore romano, Domenico Migliucci. E poi arriva la seconda guerra mondiale, con i 108 bombardamenti che distruggono Terni e molte vite; il pallone è solo l’ultimo dei pensieri. Divoravano il campo con rapide falcate ma poi si emozionavano e perdevano il pallone. Questo stemma è particolarmente interessante poiché lo scudo, pur mantenendo il campo azzurro tradizionale, è racchiuso in una corona di rami di alloro e quercia sostenuti da un tamburo dorato, emblema della famiglia Tamborino.